Dove eravamo rimasti…? Ah, già, al cambio treno!
Se prendiamo una cartina del Canton Grigioni vediamo una specie di grande “T“, il gambo verticale sale dalla Valtellina lungo la Val Poschiavo e la Val Bernina e giunge a Samedan, da dove si diparte il tratto orizzontale: l’Engadina.
Verso Ovest si va in Alta Engadina, si raggiunge la celeberrima e mondana St. Moritz e, proseguendo, si percorre l’altopiano con i quattro laghi formati dal fiume Inn fino a giungere al Passo del Maloja dal quale si scende poi in Italia a Chiavenna. Se andiamo verso Est, continuando a scendere sempre seguendo il corso del fiume raggiungiamo Zernez ed entriamo nella Bassa Engadina che è la meta della seconda parte del nostro viaggio.
Adesso che ci siamo fatti un’idea geografica della zona, a Pontresina lasciamo il trenino rosso della linea del Bernina per prendere un altro trenino rosso (il colore tipico della Ferrovia Retica) che percorrerà tutta la valle fino al capolinea di Scuol. Siamo stanchi perché la giornata al Passo Bernina e al Diavolezza è stata impegnativa e ci rilassiamo volentieri sulle comode poltrone della prima classe. Il viaggio dura un’ora e venti ed è completamente differente da quello che abbiamo fatto finora.
La prima parte, sulla linea del Bernina, è stata un salire in alta quota per poi riscendere, questa seconda parte sulla linea dell’Engadina, invece, è in costante discesa. In 55 chilometri passiamo dai 1’805 metri di Pontresina ai 1’250 di Scuol. Anche il paesaggio cambia moltissimo. In Val Poschiavo la valle è aperta con un largo fondovalle dove il fiume Poschiavino scorre abbastanza tranquillo e ci sono alte montagne a isolarla. In Engadina il fiume Inn è molto più nervoso. Soprattutto nella Bassa Engadina ha scavato una profonda gola che il treno costeggia passando da una parte all’altra della valle che si presenta molto più stretta e con cime più basse.
E, se nel poschiavino ci sono solamente due comuni, in Engadina è un susseguirsi di paesi e borghi, alcuni dei quali particolarmente belli e antichi, come per esempio, la piccolissima Madulain con le sue case decorate con la tecnica dello sgraffito, in pratica l’intonaco esterno viene graffiato via con un punteruolo lasciando trasparire quello interno di un colore diverso. Il contrasto cromatico crea il disegno ornamentale. Questa tecnica è molto usata in Engadina e la incontreremo spesso anche negli altri paesi.
Finalmente arriviamo a Scuol e la bella notizia è che il nostro albergo, l’Altana, è proprio di fronte alla stazione che si trova un po’ fuori il centro del paese ma in un punto strategico perché da qui partono tutti i mezzi pubblici. La nostra stanza è bella grande e, soprattutto ha un bel terrazzino con la vista verso sud, su Vulpera e i 2’173 metri del Piz Pisoc. È un assaggio di quello che vedremo. Per oggi basta! Anche Svizzy è d’accordo. Doccia, cena e nanna per essere pronti per il programma di domani.
Proprio davanti al nostro albergo, al lato della stazione parte la funivia che conduce al Motta Naluns. D’inverno è un comprensorio sciistico, mentre d’estate si va per fare delle belle passeggiate e anche, per i più temerari, per lanciarsi con il parapendio. Siamo a 2’142 metri e la vista è tutta aperta sulla valle e spazia verso est fino al vicino confine con l’Austria e verso sudovest sulla valle fino ai confini del Parco Nazionale svizzero. Scarpe da trekking, bastoncini e cappellino ci incamminiamo per una larga strada bianca in mezzo ai prati, se la si percorre tutta riporta in tre ore a Scuol.
Mentre camminiamo veniamo superati da dei strani veicoli. Sono le trottinette, dei monopattini speciali con ruote larghe ammortizzate e con il battistrada scolpito e freni a disco che si noleggiano alla stazione a monte della funivia e con i quali si scende a valle in circa 45 minuti. A giudicare dalle facce, soprattutto dei bambini, deve essere molto divertente ma noi abbiamo preferito camminare.
Dopo un breve tratto iniziale soleggiato tra i prati la strada scende e si inoltra nel fresco bosco, lungo il percorso sono collocate delle “oasi” con panchine e sdraio di legno dove riposarsi e fare uno spuntino. Mentre eravamo belli distesi al sole, improvvisamente una forte serie di fischi hanno lacerato l’aria. Due cani che passeggiavano insieme ai loro padroni si sono avvicinate troppo alle tane delle marmotte e una di loro ha dato l’allarme.
Uno sguardo all’orologio ed è ora di tornare a valle per seguire la parte pomeridiana del programma. Beh, a essere sinceri, il programma è di tutto relax. Scuol è un’importante stazione termale e il pomeriggio è dedicato alla sua scoperta. Svizzy si arrabbia perché i cagnolini non possono entrare ai Bogn Engiadina Scuol (lo stabilimento termale) e deve aspettarmi fuori ma deve rassegnarsi e poi gli racconterò l’esperienza. Dopo quasi una settimana di su e giù e di camminate, un po’ di rilassamento ci vuole. L’acqua calda termale, le bollicine dell’idromassaggio, la grotta di sale, una bella sauna conclusa con il bagno nell’acqua fredda e mi rimetto in sesto.
E a proposito di acque termali… Abbiamo ancora un po’ di tempo prima di tornare in albergo per cena e ne approfittiamo per visitare il nucleo antico di Scuol, quello che si trova più in basso. Scopriamo che le fontane delle due piazze Plaz e Büglgrond zampillano le acqua di due sorgenti termali. C’è anche un percorso che porta alla scoperta delle sorgenti che passa sopra un ponte in legno sull’Inn e porta alla Büvetta, un antico stabilimento per bere l’acqua minerale. Il sentiero poi procede lungo il fiume ma noi ci fermiamo prima e torniamo in albergo, riservandoci a domani una visita più accurata.
Ci svegliamo con calma. È domenica e il nostro programma non è troppo serrato. Dopo colazione torniamo al borgo per esplorarlo meglio. Anche a Scuol troviamo le case graffitate e arriviamo alla piazza, un gruppo di ciclisti con le loro mountain bike approfitta della famosa fontana per riempire le borracce con l’acqua minerale, e noi li imitiamo.
Sulla piazza c’è il museo Museum d’Engiadina Bassa ospitato in un palazzo medioevale dove si può approfondire la conoscenza con la cultura romancia, la quarta lingua ufficiale della Svizzera. Una lingua neolatina dalla sonorità molto particolare, vicina ai dialetti parlati nell’Italia settentrionale. Volevamo anche visitare la cinquecentesca chiesa riformata di San Giorgio ma quando siamo arrivati c’era la funzione e non abbiamo voluto disturbare.
Intanto il tempo passa e abbiamo un appuntamento a Tarasp, una piccola frazione di Scuol famosa per il suo castello dell’XI Secolo arroccato in cima a uno sperone roccioso. Il maniero è la residenza di Not Vital, un famoso artista svizzero, nativo proprio della Bassa Engadina che lo ha acquistato nel 2015. Per poterlo acquistare, Vital ha dovuto affrontare un referendum comunale superato perché la popolazione è rimasta soddisfatta dal progetto dell’artista di far del castello un centro culturale per l’arte contemporanea e di mantenerlo aperto ai numerosi visitatori che ogni anno esplorano i luoghi più belli (e sono veramente belli!) dell’edificio.
Tra l’altro, Vital è un appassionato organista e nella sala della musica si tengono concerti grazie anche a un vero organo di 2’500 canne, probabilmente uno dei più grandi al mondo non collocato in una chiesa. Svizzy, sempre prezzemolino, ha voluto provare a sentire i “polmoni” dello strumento che suona veramente bene.
Ai piedi del castello c’è un laghetto, il Lai da Tarasp, nel cui mezzo è collocata un’opera di Vital, una grande luna argentata. Ci avviamo per la stradina che lo costeggia perché vogliamo raggiungere il Lai Nair. La passeggiata è molto facile, un’oretta di cammino, e sulla strada, una piccola deviazione ci porta a un bel punto panoramico. Il Lai Nair, è un piccolo laghetto in un interessante biotopo paludoso protetto, recintato e accessibile solamente tramite passerelle.
Come dice il nome, le sue acque sono pulitissime ma scure per il colore del fondale. Non è molto profondo e d’estate la temperatura dell’acqua sale abbastanza da poterci fare il bagno. Io e Svizzy non lo sapevamo e non abbiamo portato il costume. Abbiamo solo potuto invidiare i fortunati che si rinfrescavano dopo la passeggiata.
Il laghetto si trova al limitare di un bosco; per tornare all’autobus per Scuol abbiamo seguito il sentiero passando tra gli alberi e scavalcando saltando di sasso in sasso un piccolo corso d’acqua. In una radura abbiamo visto un camioncino rosso, incuriositi ci siamo avvicinati e abbiamo scoperto che era un vero ristorante viaggiante di EMTB, un tour operator locale che organizza escursioni con le mountain bike elettriche in tutta l’Engadina. I partecipanti pedalano fino al punto stabilito dove li aspetta questo camioncino fornito di ogni ben di Dio, giusta ricompensa per le loro fatiche.
Pian piano torniamo verso l’albergo, ci aspetta la cena, ma soprattutto il dopocena con la partita Svizzera-Italia per le qualificazioni ai Mondiali 2022. Nella quiete della sera engadinese si è sentito netto il guaito di Svizzy quando l’Italia ha sbagliato il rigore… Vabbè, 0-0 e tutti contenti (o quasi)!
Velocemente prepariamo il bagaglio e a nanna per l’ultima tappa del viaggio. Quella che ci porterà nel cuore del Parco Nazionale svizzero.
Info:
Ferrovia Retica: www.rhb.ch
Hotel Altana: www.altana.ch
Bogn Engiadin Scuol: www.bognengiadina.ch
Museu d’Engiadina Bassa: www.museumscuol.ch
Castello di Tarasp: www.notvital.com/en/fundaziun/schloss-tarasp
Escursioni in EMTB: www.emtbgrandtour.ch