A Svizzy, Chiavenna è piaciuta molto e avrebbe voluto rimanere ancora un po’, magari per visitare le grotte di S. Antonio, ma il nostro programma di viaggio alla scoperta della Via Spluga era ancora lungo e dovevamo prendere l’autobus della STPS che ci avrebbe fatto entrare in Svizzera nel Canton Grigioni scavallando il Passo dello Spluga fino al paese che gli dà il nome: Splügen.
A essere precisi, Via Spluga è il nome del sentiero escursionistico di 70 chilometri che conduce da Chiavenna a Thusis per il Passo dello Spluga, ma per estensione è anche il percorso degli autobus di linea. Sempre più gente, allenata e ben attrezzata, affronta la camminata, un trekking di quattro giorni che parte dai 333 metri di Chiavenna, raggiunge il punto più alto al passo, a 2’117 metri, poi scende ai 1’457 di Splugen per arrivare ai 720 di Thusis. Lungo il cammino si trovano numerosi rifugi e bivacchi. La ricompensa alla fatica è un panorama incantevole tra l’ampia Val San Giacomo, in Italia e il Rheinwald, la valle del Reno Posteriore in Svizzera. Chi ha buona gamba può anche salire al valico in mountain bike passando dalle gole del Cardinello.
Comodamente in autobus
Svizzy, sempre comodino, ha approfittato del fatto che la Statale 36, in Italia, e la Splügenpassstrasse, in Svizzera, percorrono un tracciato panoramico e – soprattutto – sono servite da un ottimo servizio di trasporto pubblico per accomodarsi nei posti davanti dell’autobus che, tre volte al giorno, porta da Chiavenna a Splügen – la seconda tappa del nostro viaggio – in circa due ore. Noi siamo partiti alle 14:35, in modo da goderci ancora la mattinata in città e di arrivare a destinazione a metà pomeriggio. La strada verso il passo sale costeggiando il torrente Liro tra i boschi, regolarmente e dolcemente, anche se ci sono molti tornanti, per l’esattezza 72 tra i due capilinea! Dopo Campodolcino l’autobus fa una breve deviazione per raggiungere Madesimo, una famosa località sciistica, siamo già abbastanza alti, circa 1’500 metri.
Ritorniamo sulla statale. A Isola salutiamo il Liro, che rimane alla nostra sinistra, qui il torrente è stato sbarrato con una diga per un impianto idroelettrico e il lago che si è formato è chiaramente visibile con le sue acque azzurre.
Anche se la strada rimane bella, adesso si sale più velocemente, siamo quasi a quota 1’900 e la vegetazione comincia a diminuire sui versanti delle montagne, le cui cime sono ancora in parte innevate a inizio estate.
Giungiamo a Montespluga l’ultimo paese italiano, dove c’è l’invaso dell’Enel che raccoglie tutte le acque della zona e ci fermiamo per una sosta di dieci minuti in paese, ormai quasi al confine.
Svizzy ha fatto subito amicizia con l’autista, così, il tempo dell’ultimo caffè italiano in compagnia e siamo pronti per affrontare l’ultimo tratto del viaggio, quello che porta al confine italo-svizzero, con la salita più ripida, al 13%, e poi scende a Splügen.
Una strada emozionante
Il Passo dello Spluga geograficamente divide le Alpi Occidentali (Lepontine) dalle Alpi Orientali (Retiche); è considerato uno dei valichi alpini più panoramici. Lo sguardo spazia libero sulle cime del Pizzo Tambò (3’279 metri), del Pizzo Suretta (3’027 metri), del Piz Por (3’028 metri) e sulla Rheinwald…
Fin troppo libero! La strada svizzera, nella prima parte è molto ripida, con curve strette e tornanti dove le ruote dell’autobus sfiorano il ciglio. Gentilmente l’autista si ferma un attimo su un tornante per permetterci di prendere una foto che spiega la strada più di mille parole.
Emozionante, ma la sua maestria e la sicurezza con la quale le affronta ci tranquillizza. Inoltre, il traffico era piuttosto scarso, abbiamo incontrato solo un minivan e un paio di macchine.
Quasi a Splügen la strada si fa abbastanza dritta e passiamo dal comprensorio sciistico del Tambo. Durante l’inverno il passo è chiuso e la strada, coperta da uno spesso manto di neve, viene attraversata dalle piste.
Il capolinea dell’autobus è appena fuori dal centro storico sulla Strada Cantonale. Salutiamo il nostro amico autista,
ci accoglie una sorpresa, nella casetta di legno che funge da fermata è collocato un pianoforte a disposizione di chi volesse attendere l’autobus in maniera differente.
Svizzy, sempre curioso e amante della musica, ha verificato che fosse pienamente funzionante, dopodiché abbiamo raggiunto il nostro albergo.
Dove giunsero i Walser
È l’architettura tipica degli edifici a raccontare la storia di Splügen. Anzi, le storie. La prima è quella delle comunità walser che nell’Alto Medioevo giunsero fin qui provenienti dall’Alto Vallese. Le loro case hanno una forma particolare, unica nell’arco alpino. Al piano terreno, la stalla e la cucina sono costruite in pietra. Il primo piano dove ci sono il soggiorno (schtuba) e la camera da letto e il secondo – sotto il tetto – adibito a deposito e fienile, sono in legno, così come le balconate esterne (schopf) che corrono intorno alla casa e sono coperte dal tetto ricoperto da piode in pietra. Erano utilizzate per essiccare segale, canapa e altri prodotti.
Passeggiando per il borgo ne abbiamo viste alcune di queste case oltre ad alcuni Stadel, il fienile costruito in pietra e legno su due piani; la parte inferiore era adibita a stalla, quella superiore era il fienile vero e proprio sorretto da dei pilastri in pietra che creavano un’intercapedine che migliorava l’essiccazione del foraggio. I pilastri erano sormontati da un disco in pietra detto miischplatta [piatto del topo] perche impediva ai roditori di arrampicarsi e raggiungere il fieno e la dispensa.
Antico splendore
Come Chiavenna, Splügen, deve la sua fortuna alla posizione sulle vie di transito delle merci e, come la cittadina lombarda fino all’inaugurazione della ferrovia del Gottardo era tutto un fiorire di botteghe, locande e stalle per i trasportatori e i loro animali. Si calcola che potevano essere ospitati fino a 400 cavalli per volta in tutto il borgo! I commercianti più ricchi avevano palazzi sontuosi, come quello settecentesco della famiglia von Schorch che oggi è il museo di storia locale.
Anche il nostro albergo, il Weiss Kreuz [Croce Bianca] era un’antica stazione di posta risalente addirittura alla fine del XIV Secolo che ha visto tra i suoi ospiti anche Goethe, nel suo secondo viaggio in Italia. Altre personalità, come Einstein, Nietsche, Turner, Luigi Napoleone hanno invece pernottato alla Bodenhaus, nella piazza centrale. Questo edificio massiccio è albergo dal 1820, prima era stazione di posta, deposito delle merci o punto di ristoro.
Passeggiando per il nucleo storico abbiamo capito perché Splügen è uno dei 50 Borghi più belli della Svizzera. Sorge su una collina dove il torrente Stutzbach si getta impetuosamente nel Reno. Ci sono diversi punti panoramici da dove scattare delle belle fotografie e che mostrano la struttura del Borgo. Gli edifici più massicci si trovano in fila lungo una ripida stradina chiamata Susta, nell’Oberdorf, (la parte alta di Splügen) vicino al torrente e raccontano chiaramente dove erano i luoghi di sosta delle carovane.
Nel nostro giro volevamo visitare anche la chiesa riformata (il Grigioni è protestante) ma, purtroppo, era ormai tardi ed era chiusa e abbiamo dovuto accontentarci di vederla dal di fuori. Siamo rimasti colpiti dalle dimensioni inusitate, considerando la grandezza del borgo (circa 400 abitanti) e l’epoca di costruzione (fine XVII Secolo). Poi, riflettendoci su, le grandi dimensioni della chiesa non sono altro che una testimonianza dell’antica importanza del luogo.
Concluso il giro del borgo era giunto il momento di tornare in albergo. La nostra camera era stata ricavata dalle antiche cucine della stazione di posta, con il grande camino il pavimento di pietra, la volta a crociere e la porta in legno massiccio. In un luogo del genere il televisore sarebbe stato superfluo e, infatti non c’era. Svizzy ne ha approfittato per andare a dormire presto mentre io sistemavo le fotografie e i ricordi di questa bella giornata, preparandomi per l’ultima tappa alla scoperta della Via Spluga.
Info
Splügen: www.rheinwald.ch
Turismo Viamala: www.viamala.ch
STPS, Orario bus: www.stps.it/dettaglio-linea/A807_est
Swiss Travel System: www.swiss-pass.ch/it/
Svizzera Turismo: www.myswitzerland.it
Ringraziamenti:
Per la realizzazione di questo reportage SvizzerAmo ringrazia:
- Consorzio Turistico Valchiavenna, Chiavenna (SO)
- Svizzera Turismo, Roma
- Swiss Travel System, Zurigo (CH)
- Viamala Tourism, Thusis (CH)