Un paio di minuti di cammino in discesa lungo la Veja Megstra (la Via Maestra in romancio) separano la stazione di Bergün e il Museo della Ferrovia Retica dal paese. Passiamo il ponte sull’Albula e subito siamo arrivati sulla piazza principale.
Uno strano divieto
Dicevamo che Bergün è uno dei Borghi più belli della Svizzera dal 2018. Tanto bello che, nel 2017, il Consiglio comunale emanò uno strano divieto di fotografare il paesaggio con la motivazione che troppa bellezza avrebbe creato rimpianti a chi vi era stato e invidia a chi non era mai venuto da queste parti. In ogni caso si sarebbe procurato un dolore. Naturalmente era una trovata pubblicitaria, ma la cosa fu fatta seriamente con tanto di votazione e la proposta passò con 46 voti a favore e due voti contrari. Per i trasgressori erano perfino previste sanzioni pecunarie.
Sinceramente non sappiamo se qualcuno sia mai stato multato, però l’iniziativa fece un certo rumore e certamente Bergün è un paese molto bello da visitare.
Anche se è piccolo, quasi ogni angolo ha qualcosa di interessante. Innanzitutto è antico, la prima attestazione risale al 1209, l’epoca in cui fu eretta la Gerichtsturm, o Tuor in romancio, la torre di Giustizia. Quella che fu bastione difensivo, prigione e ora campanile è la prima cosa che salta all’occhio anche per i grandi stemmi nobiliari dipinti sulle pareti esterne.
Un’architettura particolare
E camminando lungo la Veja Alvra che in romancio significa Via Albula, ci accorgiamo che quasi tutte le facciate delle case sono decorate con la stessa tecnica dello sgraffito che avevamo già visto nella vicina Engadina. Gli edifici hanno un’architettura molto simile: in pietra massiccia con la facciata che dà sulla strada principale e le stalle allineate sul retro.
Molte case sono antiche. Per esempio, il già citato Museo del paese è collocato in un edificio costruito tra il 1560 e il 1600 e vale la pena visitarlo per capire lo stile di vita e la cultura del luogo. Tra l’altro c’è anche una sezione dedicata ad Heidi, perché – curiosamente – il primo film svizzero sulla pastorella orfana fu girato nel 1952 in zona, a Stugl, e non a Maienfeld dove era ambientata la storia.
Alcuni edifici sono antichissimi, come il vecchio monastero che ospita l’albergo/ristorante Piz Ela (dove abbiamo ottimamente pernottato) di origine medioevale e protetto dall’equivalente delle Belle Arti svizzere, tanto che – come ci raccontava il direttore (italiano, come tutto lo staff) – per qualsiasi lavoro vogliano o debbano fare nella struttura devono ottenere gli appositi permessi e, addirittura non possono ricevere una classificazione ufficiale in stelle, proprio perché alcune cose non possono essere toccate.
Molte di queste case, oltre alle decorazione con i motivi tipici geometrici e il famoso sole delle Alpi portano sulla facciata un’iscrizione con una citazione tratta dalla Bibbia che esorta alla laboriosità e all’onestà. Un simbolo di antica devozione, di operosità e di fiducia che si esprime concretamente nei negozi aperti. Alcune fattorie hanno ricavato un luogo dove i loro prodotti sono liberamente in vendita, i cosiddetti Hofläden. Uno va, prende quello che vuole, scrive quello che ha preso su un registro e lascia i soldi in una cassetta. Fatto!
Anche Svizzy ha voluto provare il latte fresco della fattoria bio Hof Gregori che è venduto, in un vecchio vagone ferroviario (di nuovo il treno!) insieme a tante altre leccornie: formaggi, salumi, burro, uova…
La nostra passeggiata sulla Veja Alvra termina alla chiesa riformata fondata nel 1188, famosa per i suoi affreschi tardogotici e il soffitto in legno scolpito e decorato. Il suo alto campanile a punta si confonde con le cime dei monti che circondano Bergün; dietro spicca il Piz Darlux con i suoi 3’020 metri. D’inverno è una stazione sciistica. Di fronte, dall’altra parte della valle, l’inconfondibile sagoma del Piz Ela, il più alto della zona (3’339 metri), che dà il nome al parco naturale regionale.
Una bella passeggiata
A Bergün si va per camminare. Approfittando della bella giornata e delle ore di luce, Svizzy decide di fare una passeggiata fino alla frazione Latsch a mezza costa sul versante nord della valle, sopra un altopiano soleggiato. Un campanile ci segnala la direzione e un bel sentiero in mezzo al bosco sale dalla stazione di Bergün verso il villaggio.
La camminata è piuttosto facile, si arriva in una quarantina di minuti. Poco prima del borgo, il bosco si trasforma in prati fioriti e alpeggi. Latsch sono solo poche vecchie case e anche la chiesetta è spoglia e semplicissima al suo interno, però è anche il punto di partenza per numerose gite e la vista è spettacolare.
Ci godiamo questo bel panorama dall’alto e vediamo il paese sotto di noi con i treni rossi della Ferrovia Retica che serpeggiano sulla Linea dell’Albula.
Spicca la grande struttura del Kurhaus un bell’albergo costruito in Jugendstil nel 1903, insieme alla ferrovia (ecco un’altro legame treno-territorio). Ci colpisce una macchia azzurra in un prato verde un po’ fuori dal centro abitato: il Bergbadi Bergün, una piscina olimpionica scoperta, aperta tutti i giorni (tranne in caso di pioggia) fino al 27 agosto 2023. Svizzy, che è un abile nuotatore, avrebbe voluto tuffarsi – e anch’io – per rinfrescarsi dopo una giornata in giro, ma purtroppo ormai era quasi sera e non saremmo arrivati in tempo.
Però abbiano fatto in tempo a tornare in albergo dove ci aspettava una bella serata. Per prima cosa una cena coi fiocchi preparata da uno chef italiano, poi la compagnia del personale anch’esso tutto italiano con cui abbiamo riso e scherzato. A un certo punto ci hanno fatti visitare l’edificio anche nelle parti più antiche e abbiamo avuto una grande sorpresa. Il proprietario, uno zurighese dai molteplici interessi, colleziona e vende tappeti e li conserva nella soffitta dell’albergo perché il clima secco e freddo impedisce la proliferazione delle tarme. Ci hanno mostrato la collezione ed è uno splendore. Un vero museo del tappeto.
Finito il giro, gli ultimi saluti e poi a nanna, perché il giorno seguente sarebbe stato veramente impegnativo.
Fine seconda parte
La prima parte potete leggerla qui:
https://www.svizzeramo.it/svizzy-in-viaggio-il-paese-dei-treni/
Info
Ferrovia retica: www.rhb.ch
Bergün Filisur Tourismus: www.berguen-filisur.ch
Ortsmuseum Bergün: www.ortsmuseum-berguen.ch
Hotel Piz Ela: www.pizela.ch
Ringraziamenti
Per la realizzazione di questo servizio Svizzy ringrazia:
- Janine Westenberger di Bergün-Filisur Tourismus Turismo per l’organizzazione sul luogo;
- Piccarda Frulli e Laura Zancolò di Svizzera Turismo – Roma, per l’organizzazione generale;
- Enrico Bernasconi della Ferrovia retica – Milano, per il supporto
- Swiss Travel System per averci fornito lo Swiss Travel Pass, un biglietto cumulativo per quasi tutti i mezzi di trasporto svizzeri e per l’accesso a quasi tutti i musei;
- Hotel Piz Ela, Bergün per averci fatto sentire a casa.