Il Cervino o Matterhorn, come la chiamano in tedesco, è la montagna più famosa del mondo. Tutti conoscono il monte Everest o il K2, le montagne più alte del pianeta ma chi saprebbe riconoscerle in fotografia? Il Cervino, invece è inconfondibile. La sua forma piramidale è utilizzata per la pubblicità dei prodotti più disparati. Addirittura è stata il modello per un famoso cioccolato (ovviamente svizzero).
Insomma un’icona, come si suol dire ai giorni nostri o un’ossessione per chi voleva a tutti i costi salirci in cima, come l’inglese, Edward Whymper, che nell’estate 1865 a Zermatt, mise insieme una cordata di sette persone tra guide locali e altri connazionali. Fu una vera corsa alla cima perché, contemporaneamente, una spedizione italiana era partita dal versante sud per lo stesso scopo.
La vetta fu conquistata ma il prezzo che fu pagato fu molto alto poiché durante la discesa precipitarono quattro alpinisti. Il Matterhorn Museum, il Museo del Cervino, tra i suoi reperti ha la corda originale della scalata e si vede il punto dove si è strappata causando la morte di Douglas. L’eco della conquista e della tragedia fu altissima in Inghilterra e la Regina Vittoria in persona ordinò che fossero vietate simili imprese ai sudditi britannici al fine di preservare la vita di tanti giovani. Per la cronaca, la spedizione italiana arrivò, sì, seconda ma tornò a casa sana e salva.
Matterhorn e Zermatt, eterni compagni
Il Matterhorn non può essere separato da Zermatt, la sua degna compagna. Forse avrete notato che “Matt” compare sia nel nome della montagna, sia in quello del paese. In antico tedesco questo vocabolo significa prato, pascolo, allora Matter-Horn significa “Il corno (ovvio, visto la forma della montagna) del prato“. Per Zermatt, si sa che nei primi documenti medioevali era chiamata Zur-matt, cioè “al prato”. Insomma già dal nome capiamo cosa dobbiamo aspettarci: un territorio di pascoli ai piedi di un monte dalla forma particolare. Vero. Fino a un secolo fa.
Oggi i vasti pascoli sono piste da sci d’inverno e sentieri per gli escursionisti d’estate. Ovviamente mantenuti e gestiti con la tipica accuratezza elvetica. La Mattertal, la valle di Zermatt, si estende da sud a nord, dal Cervino e dagli altri “4’000” delle Alpi Pennine (Monte Rosa, Dom, Lyskamm, Piccolo Cervino e Weisshorn) fino alla Valle del Rodano. Inizialmente è ampia, soleggiata e di forma più o meno circolare, poi si restringe fino a creare delle gole dove scorre il torrente Vispa e si allunga fino allo sbocco.
Zermatt: esclusiva ma anche alla portata di tutti
Zermatt ha solo 6’000 residenti, è una “classica” stazione sciistica, con tutti gli annessi e connessi di prima qualità: impianti, trasporti, ospitalità. Sa essere esclusiva ma anche relativamente alla portata di tutti. Se vogliamo è tipico della Svizzera, l’esistenza di mondi diversi che non hanno contatti ma convivono rispettandosi. Personalmente l’amo molto per l’incanto dei suoi dintorni, tutti facilissimamente raggiungibili con i mezzi pubblici. Zermatt è località senz’auto ma non ce ne sarebbe nemmeno bisogno vista la perfezione del sistema di trasporti.
Una metropolitana, una funivia e una ferrovia a cremagliera portano a tre luoghi di una bellezza unica in tre punti cardinali differenti e, conseguentemente con tre punti di osservazione diversi sul Cervino. La prima è una funicolare, la SunneggaExpress scavata nella parete della montagna che in tre minuti sale al Sunnegga, il “pascolo del sole” esposto a est, da dove una serie di impianti consente di salire ancora più in alto al Rothorn. Il Sunnegga è naturalmente comprensorio sciistico ma è perfetto anche solamente per prendere il sole e rilassarsi. Un ampio sentiero in discesa attraversa Findeln dove ci sono alcuni ristoranti tipici, per poi inoltrarsi nel bosco di conifere a Tiefenmatten, prima di tornare in paese.
Il secondo mezzo di trasporto è una funivia, la più alta d’Europa. Con essa si sale fino in cima al Piccolo Cervino (3’883 metri) e il “fratello maggiore” è proprio lì, a un passo, quasi da toccare con mano. Però, prima di arrivare in cima bisogna affrontare il grande balzo. La cabina si avvicina sempre più alla parete rocciosa fino a essere improvvisamente sollevata quasi in verticale per giungere alla stazione. Tanta emozione è ricompensata dalla vista che spazia verso sud dal ghiacciaio del Teodulo (il passo al confine con l’Italia) al Cervino; Verso ovest da Zermatt al Dent Blanche al Zinal Rothorn e al Weisshorn; verso nord dalla Mattertal (la Valle di Zermatt) fino alle Alpi Bernesi; in direzione est si vedono l’imponente cima innevata del Breithorn, con il gruppo dei Mischabel, alla sinistra e le punte Castor e Pollux, a destra. In cima c’è anche un rifugio, anch’esso il più alto d’Europa. Per gli sciatori c’è la possibilità di scendere in Italia a Cervinia (lo skipass vale su entrambi i versanti) oppure di godersi il panorama di una delle discese più lunghe delle Alpi che passa dai 3’380 metri fino ai 1’620 del paese in un susseguirsi di piste di differenti difficoltà blu, rossa e nera.
Gornergratbahn, l’esperienza più emozionante
Il treno a cremagliera della Gornergratbahn è il mio mezzo preferito. Parte dal centro di Zermatt e inizialmente sale inoltrandosi nel bosco. Il Cervino è lì, nascosto dietro gli alberi e dietro il crinale delle montagne. Improvvisamente compare dietro una curva e non ci lascia più fino all’arrivo, dopo una mezzoretta al Gornergrat, una cresta montuosa a 3’130 metri di quota. La ferrovia percorre un dislivello di 1500 metri. Il capolinea è proprio sulle piste ma, soprattutto è un balcone privilegiato dal quale si possono ammirare più di 20 tra i 4’000 delle Alpi, tra i quali il Cervino, il Lyskamm, il Dom, il Weisshorn e la Punta Dufour del Monte Rosa (4’634 metri, la cima più alta della Svizzera) e le lingue del ghiacciaio del Gorner. Una delle immagini più celebri del Cervino, quella con il monte riflesso in un laghetto è presa proprio vicino al Gornergrat e i punti dove si può osservare questo fenomeno (ovviamente d’estate quando l’acqua non è ghiacciata) sono due, nelle acque dei due laghi Stellisee e Grindjisee. A proposito di immagini. Tra le più belle possibili ci sono quella del Cervino all’alba oppure di notte con la luna piena. Immagini possibili pernottando direttamente sul Gronergrat, al Kulmhotell, oppure, nel primo caso, prendendo il primo treno del mattino (attenzione che è quasi sempre strapieno).
Info: www.gornergratbahn.ch/it
I 150 anni dalla prima ascensione
Nel 2015 per il 150° della prima ascensione sono previsti grandi festeggiamenti a Zermatt che culmineranno il 14 luglio, giorno dell’impresa. Per quella data riaprirà anche, dopo i lavori di ammodernamento, la storica Hörnlihütte, il rifugio ai piedi del Cervino che dal 1880 accoglie gli scalatori prima dell’ultimo tratto della salita.
“The Matterhorn Story” è il titolo di una rappresentazione scenica con musica eseguita da una quarantina di attori e cantanti (alcuni dei quali presi tra gli abitanti del paese) che rievocano le diverse sfaccettature della scalata: successo, tradimento, morte, intrighi e amori.
L’opera sarà eseguita all’aperto sui prati del Riffelberg. I dettagli e il calendario di tutte le manifestazioni correlate, li potete trovare su Internet (info: www.zermatt.ch).