Come è cambiato negli anni il modo di raccontare lo sport? A questa domanda cerca di rispondere la mostra, che si può tradurre come “I Giochi Olimpici: Dietro lo schermo“, che si tiene al Museo olimpico di Losanna fino al 26 gennaio 2016, l’anno delle olimpiadi di Rio de Janeiro.
I visitatori di The Olympic Games: Behind the screen accedono a filmati, cronache audio e grafici multimediali che raccontano l’aumento esponenziale della copertura mediatica dell’evento in oltre un secolo. Tanto per dare un esempio, a Londra nel 1948 i Giochi furono seguiti da 500mila spettatori che vivevano nel raggio di un’ottantina di chilometri dagli impianti. Quelle del 2012, sempre a Londra, sono state seguite da 3,6 miliardi di persone di 220 Paesi del mondo.
Giochi Olimpici: analisi di un grande evento mediatico
La mostra racconta la storia della diffusione e il suo sviluppo, dai primi resoconti radiofonici alle proiezioni cinematografiche, dall’avvento della televisione alla potenza di internet. Proprio la televisione è la protagonista dell’esposizione, con il suo sviluppo come viene testimoniato dalla comparazione delle immagini di una stessa gara: la finale dei 400 metri maschili di Roma 1960 vinta dallo statunitense Glenn Davis in 49″3 e quella di Londra 2012, vinta da Kirani James di Grenada in 43″94. Le prime ancora in bianco e nero e le altre naturalmente a colori con punti di ripresa differenti. Di materiale storico sulle imprese sportive ai Giochi olimpici ce ne è a bizzeffe. La vera sfida è quella di recuperarlo e conservarlo alla luce delle ultime tecnologie. I progressi tecnici sono immensi. Dai filmati sgranati di Atene 1896 alle riprese subacquee del nuoto sincronizzato di Londra 2012. Ogni edizione vede grosse novità, non solo tecniche ma anche dal punto vista della regia, immagini sempre più puntuali, un impiego di un numero tale di telecamere da rendere ogni gesto, ogni momento perfettamente visibile. Una tecnologia che si riflette anche sulle prestazioni degli atleti dei quali è possibile monitorare ogni movimento per studiare metodi di allenamento sempre più sofisticati e personalizzati.
Una storia fatta di persone
La difficoltà nell’allestire la mostra è stato il reperire il materiale originale, catalogarlo, restaurarlo e montarlo. Sono stati investiti parecchi fondi per salvare, digitalizzare e conservare il patrimonio del CIO (Comitato Internazionale Olimpico), foto e filmati che hanno raccontato non solo le gare ma hanno ripreso anche la gente comune, le personalità e tutte le persone che hanno gravitato attorno all’avvenimento. L’archivio CIO non comprende soltanto il materiale filmato ma anche i costumi dei momenti cerimoniali e le attrezzature delle discipline, una viva testimonianza di come siano cambiati gli atleti, gli spettatori e i Paesi ospitanti.
Le Olimpiadi sono certamente un grande affare ma sono sempre le persone i protagonisti. Oltre agli atleti ci sono anche coloro che li rendono immortali raccontandone le loro gesta. La mostra si concentra anche su alcune figure importanti di cronisti, giornalisti e registi, come Roone Arledge della statunitense ABC, o lo spagnolo Manolo Romero, direttore della TV olimpica. Anche alla voce unica del nostro Sandro Ciotti è stato tributo un omaggio.
Il Museo Olimpico custodisce la storia delle Olimpiadi, ospitando una collezione permanente, ricca di testimonianze, come per esempio tutte le torce che accendono il fuoco olimpico che arde per tutta la durata dei giochi, oppure tutte le emissioni filateliche e numismatiche dedicate. Il percorso si snoda in un parco esterno sul lago e su tre piani, oltre alla caffetteria e al negozio.
THE OLYMPIC GAMES: BEHIND THE SCREEN
Fino al 26 gennaio 2016
Museo Olimpico, Quai d’Ouchy 1, Losanna
Orari: Ore 10-18, chiuso il lunedì. Dal 1° maggio al 14 ottobre aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18
Biglietti: intero 18 franchi, solo mostra temporanea 5 franchi
Info: www.olympic.org/museum