Ok, Svizzy. la nostra mascotte, è già stato a Zurigo. Ha visto le meravigliose vetrate di Chagall nel Fraumünster; ha fatto acquisti sulla Bahnofstrasse; si è deliziato passeggiando nella parte antica della città; ha preso il sole sul lungolago. Pur non interessandosi troppo di calcio (lui è un rugbysta impenitente) è andato a vedere i cimeli del Museo della FIFA ed è persino andato nel sobborgo di Kilchberg per visitare l’Home of Chocolate, la fabbrica della Lindt, con relativi assaggi. Il solito goloso!
Gli è bastato uscire un po’ dal centro, lontano dalla frenesia di turisti e uomini d’affari per scoprire una Zurigo alternativa, se non addirittura trasgressiva dove Gemütlichkeitè la parola d’ordine. Questo sostantivo tedesco può essere tradotto con “atmosfera accogliente”, “piacevolezza” ed esprime un’atmosfera positiva; in poche parole: lo star bene.
E non c’è stato bisogno di andare chissà dove, è bastato seguire la via dell’acqua.
Già, perché Zurigo si trova sulla sponda settentrionale del Zürisee, il lago lungo e abbastanza stretto (40×3 chilometri) che porta il suo nome e si estende da sud a nord. La città vecchia, l’Altstadt, è chiusa tra due fiumi: la Limmat a est e il Sihl a ovest, e un canale, il Schanzengraben a sud che collega il lago alla Sihl. Curiosamente, la Limmat esce dal lago, mentre il Sihl lo sfiora soltanto, andando a gettarsi nella Limmat, proprio in città, poco dietro la Stazione Centrale.
Sulla sponda settentrionale del lago, proprio dove esce la Limmat, l’asse tra le due piazze Bürkliplatz e Bellevue congiunte dal ponte Quaibrücke è, probabilmente, il punto più trafficato della città. Ma è anche il punto di partenza per la scoperta della Zurigo acquatica. Quai, in tedesco, significa “banchina” e infatti è qui, tra Bürkliplatz e Quaibrücke, che approdano i battelli del Lago di Zurigo che fanno servizio, non solo turistico nel bacino, ma anche di linea, attraversandolo a zig-zag per collegare i vari paesi fino a Rapperswil nel Canton San Gallo. Una crociera che copre circa 40 chilometri in circa due ore e mezza.
Sotto un bel sole caldo, cominciamo a passeggiare sul lungolago della sponda orientale, la cosiddetta Costa d’oro, perché è quella che riceve gli ultimi raggi dorati del tramonto. Subito incontriamo la Sechseläutenplatz, la grande piazza famosa perché qui si celebra la Festa della Primavera con l’incendio del Böög, un pupazzo che rappresenta l’inverno e che è imbottito di fuochi artificiali. Secondo la tradizione, prima il pupazzo esplode e più bella sarà l’estate. Sulla piazza si staglia l’Opernhaus, il teatro dell’Opera, un bell’edificio neobarocco, bianco ed elegante che, non si sa in base a quale atto di follia architettonica, è soffocato dal lato del lago da un parallelepipedo rossastro che sembra sia stato fatto con i mattoncini Lego.
Orribile! Ma basta guardare verso destra per godersi lo spettacolo delle acque trasparenti del lago nel quale galleggiano cigni bianchi e anatre in un’immagine, banale finché si vuole, ma idilliaca. Il lungolago è alberato con aiuole fiorite e la gente indugia volentieri sotto gli alberi che creano anche degli scorci molto particolari con le loro fronde.
Stiamo uscendo dalla città in una zona chiamata Zürihorn e arriviamo a un grande spazio verde il Blatterwiese Questo è un punto molto importante e frequentato di Zurigo. Famiglie e ragazzi amano particolarmente questo posto per il vasto prato dove ci si può liberamente stendere per poi andare a fare il bagno, ma anche per la griglia elettrica a disposizione di tutti, liberamente, per cuocersi un tipico bratwürst o quello che si vuole.
Prima di tornare verso il centro ci fermiamo alla Fischerstube, per assaggiare il pesce di lago (sul lago di Zurigo operano ancora pescatori professionisti) e il vino prodotto dai vigneti locali grazie al microclima lacustre e alla lunga esposizione al sole. Di fianco al ristorante c’è il Fischergarten, una famosa birreria all’aperto. Svizzy, goloso come al solito, avrebbe voluto farci una capatina nonostante avesse abbondantemente pranzato. Pura gola. E non è stato facile convincerlo che non sarebbe stato il caso… Rimane un altro buon motivo per tornare a Zurigo.
Per la realizzazione di questo servizio Svizzy ringrazia:
Anita Berardi di Zurigo Turismo per l’organizzazione sul luogo e l’accompagnamento;
Piccarda Frulli e Laura Zancolò di Svizzera Turismo, Roma per l’organizzazione generale;
Swiss Travel System per avermi fornito lo Swiss Travel Pass, un biglietto cumulativo per quasi tutti i mezzi di trasporto svizzeri e per l’accesso a quasi tutti i musei;
l’Hotel Helmhaus per avermi trovato una stanza nonostante l’alta stagione e per la grande gentilezza del suo personale.
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