Ogni anno sono circa 1,4 milioni le persone che vanno a visitare uno dei monumenti più importanti di Lucerna: il gigantesco monumento del Leone Morente, lungo 10 metri e alto 6, collocato nell’Englischer Garten [Giardino Inglese], un po’ fuori dal centro storico e dedicato alla memoria dei soldati e ufficiali della Guardia Svizzera di Re Luigi XVI di Francia che caddero per difendere il sovrano, onorando il loro giuramento di fedeltà. Il numero di visitatori è imponente ma chissà quanti di questi si sono accorti della beffa (o forse è meglio dire della vendetta) dello scultore che lo progettò!
La vicenda è simpatica e curiosa e vale la pena di raccontarla. Come detto, il 10 agosto 1792 i rivoluzionari assaltarono il Palazzo delle Tuileries difeso dalla Guardia Svizzera. Questi resistettero quanto fu loro possibile poi furono sopraffatti e, su 1’110 uomini i caduti furono ben 760.
La Storia fece poi il suo corso. Il re Luigi XVI fu arrestato e ghigliottinato con la sua famiglia; poi venne Napoleone che si impadronì anche della Svizzera dove istituì l’effimera Repubblica Helvetica (1798-1803) e ne mantenne poi un certo controllo, finché, nel 1815, anche la sua stella tramontò definitivamente e la Svizzera tornò più o meno al suo status federale.
Una volta andati via i francesi, nel 1818 un ex luogotenente della Guardia Svizzera, Carl Pfyffer von Altishofen (1771-1840), sopravvissuto casualmente al massacro perché in licenza in Svizzera, lanciò pubblicamente l’idea di una sottoscrizione pubblica per erigere un monumento ai suoi camerati caduti. Come Presidente della “Gesellschaft von Künstlern und Kunstfreunden” [Società degli Artisti e degli Amici dell’Arte] e responsabile della “Sezione Plastica” decise di ingaggiare uno degli scultori più in voga del momento per realizzare il suo sogno: il danese Bertel Thorvaldsen (1770-1844) che in quegli anni soggiornava e lavorava a Roma.
L’artista si mise al lavoro di buona lena e in un anno realizzò il progetto e un modello in gesso del monumento. Fortissimo nel suo impatto simbolico perché rappresenta un leone sofferente, trafitto da una lancia e morente con una zampa su uno scudo con i gigli di Francia a significare il suo sacrificio a protezione del re e dietro un altro scudo con la croce svizzera. Un vero capolavoro, il cui colpo di genio è stata l’idea dell’artista Heinrich Keller di collocarlo in una grande nicchia alta 10 metri scavata in un’ex-cava di arenaria. Idea subito accettata con entusiasmo dallo scultore danese.
Tutto sembrava procedere per il meglio, se non che, nel fervore patriottico per la realizzazione del suo sogno, Carl Pfyffer von Altishofen si “dimenticò” di avvisare Thorvaldsen che la sottoscrizione pubblica aveva fruttato solamente 30’000 vecchi Franchi. Il motivo di questa scarsità di fondi fu che la fazione liberale della cittadinanza si opponeva a questo movimento per ragioni politiche, in quanto simbolo di un coinvolgimento con i passati regimi. In ogni caso la cifra era decisamente insufficiente per realizzare l’opera e, secondo i documenti contenuti negli archivi di Thorvaldsen a Copenaghen, Pfyffer agì effettivamente in maniera scorretta.
I rapporti tra i due si guastarono inevitabilmente anche perché lo scultore rallentò l’opera anche se la portò a termine, probabilmente per rispetto ai caduti. Il monumento fu poi completato da due altri artisti: Pankraz Eggenschwyler (1766-1821) di Solothurn, al quale il lavoro non portò fortuna, visto che morì per le conseguenze di una caduta dalle impalcature del cantiere e Lucas Ahorn (1789-1856), tedesco di Costanza.
Come dice l’adagio, la vendetta è un piatto che si gusta freddo e nel 1821, all’inaugurazione, si scoprì come lo scultore danese espresse tutto il suo disprezzo verso Carl Pfyffer von Altishofen. Come detto non modificò il disegno del monumento ma fece solamente delle piccole modifiche alla forma della nicchia. Modifiche che nessuno notò durante i lavori, probabilmente perché tutti presi dalla figura principale, ma che una volta terminati rivelarono inequivocabilmente la sagoma di un maiale! Che non si tratti di una coincidenza ma fu un atto voluto è dimostrato da un disegno preparatorio dello stesso Thorvaldsen nel quale la nicchia ha una forma differente.
Maiale o non maiale dal 1821 ai giorni nostri il Leone Morente è diventato uno dei simboli stessi della Svizzera e uno dei luoghi più visitati di Lucerna.
Come arrivare:
In autobus:
dalla stazione Centrale: linee 1 (Maihof), 19 (Kantonsspital/Friedental), 22 (Perlen/Inwil) o 23 (Dierikon-Root). Fermata “Löwenplatz”
WEB:
Turismo Lucerna: www.luzern.com
Svizzera Turismo: www.svizzera.it