Giusto 50 anni fa, nel 1967 a Basilea avvenne una mini-rivoluzione sotto il segno dell’arte e dell’orgoglio cittadino. Il Kunstmuseum Basel, il famoso museo d’arte, aveva in esposizione due quadri di Picasso: “I due fratelli” e “Arlecchino seduto“. Le due tele non erano di proprietà dell’istituzione ma un prestito del collezionista d’arte Rudolf Staehlin, il quale in quel periodo era in cattive acque dal punto di vista economico e, pertanto, era in procinto di venderle all’estero per potersi risollevare.
La gioventù si mobilita
Per il Kunstmuseum ma non solo, per Basilea e per la Svizzera tutta, sarebbe stata una grande perdita, le due opere sarebbero state disperse e magari scomparse alla pubblica fruizione chiuse in qualche collezione privata. Fu così che i giovani e gli studenti basilesi divennero il motore di un’iniziativa popolare per convincere le autorità cittadine e, soprattutto i loro elettori, ad acquistarle. Non fu una cosa facile perché il valore totale superava i sei milioni di Franchi, una cifra astronomica. Alla fine l’entusiasmo giovanile e il ben noto amore per l’arte dei basilesi prevalsero e le due tele rimasero al loro posto nel Kunstmusum.
Un lieto fine per la città e per l’arte
Un lieto fine, insomma, reso ancora più lieto dallo stesso Picasso il quale rimase molto colpito dall’interesse per le sue opere e dalla considerazione che Basilea aveva per lui e decise, “motu proprio” di regalare alla città altri tre quadri e un disegno, dedicandoli specialmente alla gioventù di Basilea per essere scesa in strada per la causa dell’arte.
Oggi i protagonisti di quell’esperienza sono signori e signore maturi ma ogni volta che saliranno al secondo piano dell’edificio principale del Kunstmuseum potranno dire con orgoglio ai nipotini che i Picasso che sono lì esposti lo sono per merito loro. E a fare compagnia alle opere dell’artista spagnolo sono nomi come Matisse, Klee, Miró… Una galleria che colloca il museo basilese ai primi posti al mondo come importanza.