Avreste mai pensato che la Svizzera fosse un paese di emigrazione?
Dove, per quale motivo e quando sono avvenuti questi flussi migratori lo si può scoprire a Svitto in una bella mostra intitolata “La Svizzera altrove” che si tiene al Forum della Storia Svizzera fino al 29 settembre 2019 e che racconta storie emozionanti di svizzeri emigrati in mondi lontani per cercare fortuna.
Per molto tempo, fino all’inizio del XX secolo, la Svizzera è stata un paese di emigrazione. Solo poche generazioni fa molti contadini abbandonavano le proprie case a causa delle difficoltà economiche ma non erano solo loro. Anche professionisti, architetti, costruttori, imprenditori, medici, pasticceri, missionari e perfino cercatori d’oro e piantatori di tabacco hanno costruito la loro carriera in ogni parte del mondo.
Ancora oggi molti svizzeri scelgono di vivere all’estero. Attualmente sono quasi l’11% dei circa 8,5 milioni di persone che vivono in Patria, la cosiddetta “Quinta Svizzera” – accanto alle quattro regioni linguistiche – alla quale è garantito costituzionalmente il sostegno della Madrepatria dal 1966. In Europa l’emigrazione si è diretta specialmente in Italia, Francia e Germania (per la facilità linguistica) oltre che nel Regno Unito e in Spagna. In altri continenti, sono Stati Uniti, Canada e Israele le destinazioni preferite.
Le storie raccontate nella mostra coprono un periodo dall’800 ai giorni nostri e sono presentate da una galleria di luoghi e di personaggi. Qualcuno è poco conosciuto, come Johann Jakob Locher cercatore d’oro partito per l’Australia da Appenzell nel 1854. Altri a loro modo molto importanti, come il ticinese Giovanni Bianchi, pioniere della fotografia che dal 1853 riprese sistematicamente i monumenti di San Pietroburgo, tra i quali la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, costruita da un altro ticinese: Domenico Trezzini; o il basilese Johann Ludwig Burckhardt che a inizio ‘800 scoprì Petra. Che dire poi di Cäsar Ritz, originario di un villaggio vallesano, che a metà dell”800 va a Parigi e da cameriere diventa albergatore di lusso?
Lo sguardo non è rivolto solamente al passato lontano. Tra i personaggi di cui si racconta la storia c’è il medico/violoncellista Beat Richner, più conosciuto come Beatocello, recentemente scomparso, a settembre 2018, il quale ha costruito in Cambogia ospedali pediatrici che curano i bambini gratuitamente, raccogliendo buona parte dei fondi esibendosi come musicista e cabarettista solista.
C’è anche spazio per dei progetti di ricerca, come quello che è andato a scovare i discendenti degli oltre 2’000 abitanti di Einsiedeln che tra il 1850 e il 1900 si trasferirono negli Stati Uniti a Louisville, nello Stato del Kentucky; o quello fotografico “Moghegno–Monterey” della fotografa Flavia Leuenberger Ceppi sui ticinesi emigrati tra il 1850 e il 1930.
Info: www.forumschwyz.ch
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