Durante la notte le nuvole hanno scaricato tutta l’acqua che avevano e alla mattina il cielo era nuovamente terso e azzurro. Non potevamo chiedere di meglio per la nostra visita al Parco Botanico Cantonalesull’isola di San Pancrazio che, insieme a quella, più piccola, di Sant’Apollinare costituiscono le Isole di Brissago.
Dopo un breve giretto di esplorazione ci siamo uniti a una delle visite guidate (in italiano) e la nostra bravissima guida ci ha raccontato la storia affascinante del Parco. Nel 1885 il barone anglo-irlandese Richard Fleming St. Léger acquistò le isole e sua moglie Antoinette, appassionata di piante, iniziò a creare un grande giardino su quella più grande. Fu un’opera grandiosa e costosissima perché il terreno è roccioso e la terra e il concime per coltivare le piante hanno dovuto essere trasportati da fuori. A questo, seguì poi tutta l’opera di creazione dei viali interni e di messa a dimora delle piante che, grazie a un microclima particolare permetteva l’attecchimento anche di specie tropicali come eucalipti e palme.
La storia della vendita meriterebbe un articolo a parte, per farla breve, la baronessa approfittò largamente del desiderio di Emden di acquistare la proprietà e riuscì a saldare i propri debiti e a farsi intestare alcune proprietà ad Ascona. Nonostante ciò Antoinette morì nel 1947 in miseria mantenuta dalla pubblica carità in una casa di riposo. Triste fine per una dama di cui si diceva fosse figlia illegittima dello zar di Russia.
Mentre la guida ci raccontava queste cose andavamo in giro per il parco ammirati dalla visione della baronessa che ha creato unverogioiello di soli 2,5 ettari, che non può lasciare indifferenti per la cura dell’ambiente e la sapiente scelta delle oltre 2’000 specie di piante.
Sono state create delle aree tematiche con le piante ornamentali, medicinali e utili ma anche con quelle velenose. Inoltre ci sono sei ambienti naturali differenziati geograficamente, un giro del mondo botanico che parte dal Mediterraneo, prosegue con l’Oceania, il fynbossudafricano, gli ambienti del Cile e dell’AmericaCentrale e, infine l’Asia. Ognuno ha le sue piante caratteristiche. Così incontriamo la profumata macchia mediterranea, gli eucalipti australiani, le agavi dell’America Latina, le camelie e i bambù del Sud-est asiatico.
La visita al Parco è stata anche un’occasione per scoprire cose nuove e curiosità come, per esempio, che tutta la fitta foresta di bambù che ricopre un’area nella parte sud dell’isola, in realtà è composta da una sola radice dalla quale sono nate innumerevoli piante e che queste fioriscono solamente una volta ogni 100 anni circa.
Ci siamo così goduti il bel paesaggio della punta settentrionale del Lago Maggiore con le verdi montagne della sponda orientale, meno antropizzata, e i centri abitati che si stagliano sulle colline di quella occidentale. Siamo qui nel punto più basso della Svizzera a circa 160 metri sul livello del mare.
Tra mondanità e cultura
Ad Ascona ci apettava Carolina Peter, la nostra guida, e con lei siamo andati alla scoperta del borgo. Da sempre è stata meta di intellettuali, artisti, tipi estrosi provenienti dal Nord Europa, attratti dal clima mite e dall’atmosfera mediterranea. I grandi alberghi, il famoso Golf Club e prima ancora l’ex-comunità hippy ante litteram di Monte Verità sono la testimonianza del tipo di persone che hanno frequentato e ancora frequentano Ascona.
Carolina ci ha portato in giro per la zona pedonale, tra le viuzze fino a giungere al Collegio Papio, un’istituzione educativa cattolica fatta costruire dal Cardinale Borromeo nel 1585 e ancora funzionante. Quando siamo arrivati nel bel cortile a due piani in stile lombardo (ecco l’aspetto culturale) l’abbiamo trovato pieno di gente che stava allestendo un ricevimento di gala per gli ospiti del circolo del golf (ed ecco l’aspetto mondano). il Collegio è un luogo molto gettonato per gli eventi, proprio per il suo pregio architettonico. Annesso all’antico monastero c’è la chiesa medioevale di Santa Maria della Misericordia che conserva i resti di un importante ciclo di affreschi, considerati tra i più importanti della Svizzera.
Dopo cena, decidiamo di tornare in albergo allungando un po’ la strada con una breve passeggiata sul lungolago e intanto cominciamo a pensare al programma del giorno seguente che ci porterà prima a Intragna, poi a Locarno.
La Ferrovia Vigezzina-Centovalli corre tra Locarno a Domodossola e, oltre a essere un importante collegamento transnazionale che festeggia quest'anno il...