Un trekking d’autunno un po’ lungo (circa 9 chilometri) ma abbastanza facile, da percorrere in meno di quattro ore nei boschi e sul lago, è la proposta di SvizzerAmo per una camminata da fare in giornata approfittando del clima ancora mite.
La partenza è dalla cima del Monte San Salvatore, vicino a Lugano (TI) e l’arrivo è a Morcote, sul lago, passando dal borgo di Carona. Per salire sul monte, si parte da Paradiso, piccolo comune attaccato a Lugano. Per risparmiare tempo e fatica è meglio prendere la funicolare che ci porta in cima in una decina di minuti.
Alla stazione a valle che si trova vicino alla stazione della ferrovia (il percorso a piedi e ben indicato), si giunge in treno da Chiasso, stazione di confine con l’Italia. Il biglietto costa 8,20 franchi e c’è un treno al minuto 58 e 28 di ogni ora, mentre quello della funicolare costa 21 franchi e le partenze sono ogni mezz’ora. Dopo il prossimo 6 novembre 2016 la funicolare sospenderà il servizio e bisognerà salire a piedi.
Vista panoramica a 360°
L’altitudine non è eccessiva, sono solamente 912 metri sul livello del mare ma è sufficiente per regalare una vista panoramica straordinaria a 360°. Il monte San Salvatore è un ripido sperone che domina il lago di Lugano. Guardando verso ovest si vedono i sobborghi della città, con l’aeroporto di Agno.
Verso nord si aprono Lugano e il Monte Brè, sotto i quali si trovano Castagnola, famosa per la villa dello scrittore Hermann Hesse e il romantico borgo dei pescatori di Gandria, all’imbocco del ramo del lago che torna in Italia a Porlezza. Verso Est le pendici del Monte Caprino giungono al lago e spicca Campione d’Italia, soprattutto la mastodontica struttura del Casinò, controversa opera dell’architetto ticinese Mario Botta. A sud lo sguardo scorge subito il famoso ponte autostradale e ferroviario che taglia il lago tra Melide dove c’è e Bissone.
Poco oltre, la Punta di Poiana segna il luogo dove il lago si biforca, subito dietro si vede la cima del Monte San Giorgio (Patrimonio Mondiale Unesco per i fossili di animali preistorici) e, sulla sinistra, il Monte Generoso e la linea di confine tra Svizzera e Italia fino a scorgere in lontananza la pianura lombarda e Milano.
La memoria dei confratelli incappucciati
Il San Salvatore non è solamente un panorama da cartolina. Se si salgono alcuni gradini si raggiunge la spoglia chiesetta romanica omonima, di proprietà dell’Arciconfraternita della Buona Morte ed Orazione: un’antica istituzione di confratelli che, incappucciati e vestiti con un saio di ruvida tela bianca accompagnavano al patibolo i condannati a morte confortandoli negli ultimi istanti.
Un piccolo museo ai piedi della cappella raccoglie documenti e oggetti d’arte sacra che ripercorrono la loro storia. Una sosta al punto ristoro e poi inizia la discesa, lungo il sentiero nel bosco che ricopre i versanti della montagna. Il percorso è ripido ma alla portata di tutte le gambe, sono necessarie le scarpe da trekking e consigliabili i bastoncini. Dai 900 metri della cima si scende in un’ora e mezza fino alla frazione di Ciona (600 metri) per proseguire per poi Carona deviando per un breve tratto su una mulattiera.
Il paese ha un centro storico molto carino e una chiesa romanica dedicata a San Giorgio, con un bell’affresco sul Giudizio Universale. Da Carona si può scegliere di proseguire lungo la strada cantonale o di immergersi nuovamente nel bosco. Io non avrei dubbi: il sentiero.
Questa volta è in leggera salita ma ne vale la pena. Dopo un paio di chilometri si giunge a San Grato (700 m di altitudine), un parco botanico ampio e curato con azalee, rododendri e conifere che ricoprono la montagnola da esplorare seguendo uno dei diversi sentieri tematici indicati dai pannelli. Anche San Grato regala una splendida vista sul lago e la catena alpina e un punto di ristoro, ideale per una pausa.
Discesa con destinazione lago
Siamo oltre metà percorso, mancano ancora quattro chilometri circa per raggiungere Morcote. Da San Grato il sentiero si allarga e si immerge di nuovo in leggera salita nel bosco. Il dislivello è di circa 100 metri diluiti lungo un paio di chilometri fino ad arrivare ai prati dell’Alpe Vicania attraverso il bosco del Monte Arbòstera dove comincia la discesa con destinazione il lago.
Da qui ci sono due opzioni, una, più lunga, passa da Vico Morcote, l’altra è il tratto più impegnativo dell’escursione, anche perché ormai la stanchezza si fa sentire. Il percorso segue la parete rocciosa della montagna trasformandosi in una lunga discesa a gradoni di pietra che mette a dura prova piedi e, soprattutto, ginocchia.
Il panorama cambia di nuovo e delle panchine panoramiche fissate in punti strategici fanno intravedere l’altra riva del lago dove si erge la cima del monte San Giorgio.
Imbarcarsi per Melide
La strada è stretta e ripida. Ogni tanto si incontra qualche coraggioso escursionista che ha scelto di intraprendere il ripido percorso in salita, partendo dalla parte opposta alla nostra. Finalmente si arriva al capolinea: Morcote.
Capisci che sei arrivato alla fine quando i tronchi d’albero lasciano spazio a un campanile, quello della chiesetta di Santa Maria del Sasso che si staglia scenograficamente sullo sfondo lacustre.
Ancora pochi passi in discesa e si arriva nel centro del borgo, sulla riva del lago, dove ci si può rilassare in qualche locale in attesa di imbarcarsi per Melide, da dove si riprende il treno regionale per Chiasso. Il battello costa 13 franchi e l’ultima corsa è alle 17. Da Melide a Chiasso il biglietto del treno costa 6,20 franchi.