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Home Ferrovie

Su e giù per le montagne della Svizzera 8: Pilatus Bahn

Un capolavoro dell'ingegneria e della tecnica svizzera

by SvizzerAmo
02/10/2020
in Ferrovie, Lucerna (Luzern, LU), Montagna, Obvaldo (Obwald, OW), Svizzera tedesca, Trasporti
6 min read
Su e giù per le montagne della Svizzera 8: Pilatus Bahn

[Foto: Giancarlo Scolari - Ferrovie.it]

Con i suoi 2’128 metri di altezza il monte Pilatus domina Lucerna e il Lago dei Quattro Cantoni. Da sempre è la destinazione preferita per le escursioni fuoriporta, non solo degli abitanti ma anche dei turisti in visita alla bella città della Svizzera Centrale, soprattutto grazie alla Pilatus Bahn, la fantastica ferrovia di montagna che permette di arrivare comodamente fino in cima.

Il monte Pilatus svetta alle spalle di Lucerna [Foto: ©SvizzerAmo]

Una sfida al limite dell’impossibile

La Pilatus Bahn è stata concepita verso la fine dell’800 per sfruttare al meglio le possibilità turistiche dell’albergo che già esisteva in cima. Promotori furono un uomo di affari, Eduard Guyer-Freuler e l’ingegnere Eduard Locher il quale progettò anche il tracciato e il sistema di trazione.

Le caratteristiche fisiche del monte e la forte pendenza lanciavano parecchie sfide tecniche. Per prima cosa lo scartamento (distanza tra i due binari) doveva essere ridotto per potere affrontare le strette curve del tracciato, e infatti è di soli 800 millimetri.

La stazione a monte. Si possono osservare il sistema Locher di cremagliera e la ripidità del tracciato [Foto: Giancarlo Scolari – Ferrovie.it]
Poi c’era il problema della sicurezza della trazione a cremagliera. Il sistema Riggenbach utilizzato per altre ferrovie di montagna svizzere, con una ruota dentata che si incastrava verticalmente in un binario altrettanto dentato, non poteva andare bene per la forte pendenza che avrebbe rischiato di fare ribaltare il convoglio. Locher trovò la soluzione ruotando di 90° il binario e munendolo di una cremagliera da entrambi i lati che si incastrava con due ruote dentate orizzontali. Per ulteriore sicurezza le ruote avevano una base più larga che le bloccava in posizione sotto la cremagliera stessa.

Infine, c’era la questione di come posare in modo stabile l’armatura dei binari che era piuttosto pesante: 177 chili/metro. Fu così costruito un muro lungo tutto il percorso, largo fino a 114 centimetri e ancorato alla parete per mezzo di barre di acciaio. Una volta trovata la soluzione tecnica si presentava il problema di come realizzarla perché il tratto terminale corre sulla ripidissima parete rocciosa chiamata Eselwand, il “Muro dell’asino“, praticamente verticale. Gli operai lavorarono letteralmente appesi a delle funi per potere portare a termine l’opera.

Lo strapiombo della parete dell’Aselwand in salita verso Pilatus Kulm. Nella foto si vede bene il muro sul quale poggiano i binari [Foto: Giancarlo Scolari – Ferrovie.it]
Nonostante queste difficoltà, in soli 400 giorni di lavoro furono completati i 4’618 metri della linea e il 17 agosto 1888 partì il primo vagone a vapore con un viaggio speciale che portava in vetta i membri del consiglio di amministrazione della Società costruttrice. Il collaudo ufficiale avvenne il 17 maggio dell’anno successivo e il 4 giugno 1899 iniziò l’avventura. Il successo fu immediato.

Nella prima stagione furono trasportati 36’892 passeggeri che riempirono 1’477 treni. Il record fu di 888 persone in un giorno (il 18 agosto 1899) che possono sembrare poche ma, se pensiamo che ogni treno poteva trasportare 32 passeggeri e impiegava 70 minuti in salita e 90 in discesa, vuol dire che l’esercizio di linea è durato oltre 10 ore! Un successo nonostante il costo altissimo del biglietto, 10 franchi per salire, 6 per scendere, che equivaleva a oltre una settimana di salario medio di un lavoratore. Permettersi di salire sul Pilatus era così uno status symbol, sfizio dei ricchi turisti stranieri che villeggiavano nei grandi alberghi di lusso che sorgevano sulle rive del lago.

Un’immagine d’epoca di una vecchia vaporiera. L’esercizio a trazione termica è durato fino al 1937 [Foto: Pilatusbahn]
La Pilatusbahn era sì molto redditizia ma aveva anche dei costi altrettanto alti soprattutto per il grande consumo di carbone e acqua e per la rapida usura del materiale lungo un tracciato cosi arduo. Già dal 1905 si pensò all’elettrificazione che, tuttavia fu rimandata a lungo perché gli investimenti erano troppo elevati. Le automotrici elettriche BHe 1/2 (B = 2a classe; H = con cremagliera; e = trazione elettrica; 1/2 = due assi di cui uno motorizzato) prodotte congiuntamente dalla SLM di Winterthur e dalla SWO di Oerlikon entrarono in servizio solo il 15 maggio 1937 rimpiazzando le veterane a vapore, due delle quali, la N°9 e la N°10 sono conservate rispettivamente nel Deutsche Museum di Monaco e nella Verkehrshaus der Schweiz di Lucerna.

Un’escursione da favola

L’imbarco del battello a Lucerna. Prima tappa dell’Anello d’Oro [Foto Pilatusbahn]
Una delle chiavi del successo del Monte Pilatus è che è ottimamente collegato a Lucerna. Con il nome “Goldene Rundfahrt” [Anello d’Oro] si intende un itinerario circolare con battello, treno, funivie e autobus che vede la stazione centrale della città lacuale come punto di partenza e arrivo.

Lucerna vista dal Pilatus [Foto: Giancarlo Scolari – Ferrovie.it]
È un’escursione molto piacevole e facilissima che inizia con una bella crociera sul Lago dei Quattro Cantoni con il battello della SGV che salpa dal pontile N°2 proprio davanti alla stazione. In una cinquantina di minuti si giunge ad Alpnachstadt e dall’imbarcadero alla stazione della Pilatusbahn sono poi solo pochi passi e le coincidenze sono immediate. In alternativa si arriva altrettanto facilmente con la ferrovia (17 minuti di viaggio con l’S5 in direzione Giswil). In questo caso ci sono anche più frequenze.

La stazione a valle di Alpnachstadt. Il vagone in partenza, sulla destra, dà l’idea della forte inclinazione [Foto: Giancarlo Scolari – Ferrovie.it]
La prima cosa che salta all’occhio arrivando in stazione è l’inclinazione dei vagoni, necessaria per mantenere l’assetto orizzontale dei passeggeri durante il viaggio. La Pilatusbahn è la ferrovia a cremagliera più ripida al mondo con il 48% di pendenza non molto lontano dalla partenza. Se si guardano i pali dell’alimentazione elettrica lungo il percorso ogni tanto ci sono i cartelli che indicano la pendenza di quel tratto e sono gradienti veramente impressionanti.

In arrivo all’incrocio di Ämsigen. In primo piano l’ingegnoso sistema di deviatoi. La piattaforma mobile si sposta per incastrare la sezione di binario adeguata [Foto: Giancarlo Scolari – Ferrovie.it]
La velocità è bassa tra i 9 e i 12 km/h in salita e massimo 9 km/h in discesa. Inizialmente il treno attraversa un bosco e sale compiendo una larga curva verso sinistra fino a giungere alla stazione intermedia di Ämsigen. Man mano gli alberi lasciano il posto agli alpeggi del Mattalp per poi arrampicarsi lungo la parete dell’Esel che offre una vista impressionante sul vuoto fino alla vetta del Pilatus.

Lo storico albergo Pilatus Kulm. Qui soggiornò anche la regina Vittoria d’Inghilterra alla quale è dedicata la sala del ristorante [Foto: Giancarlo Scolari – Ferrovie.it]
Alla stazione, sul plateau, si trova il famoso albergo Pilatus Kulm, insieme all’altro albergo Bellevue e alla galleria vetrata panoramica. Da qui partono diversi sentieri. In realtà il Pilatus è una piccola catena di tre cime ravvicinate: il Tomlishorn (2’132 metri), l’Esel (2’118 metri) e l’Oberhaupt (2’106 metri), tutte facilmente raggiungibili.

Il facile sentiero che conduce in vetta [Foto: Giancarlo Scolari – Ferrovie.it]
Un sentiero conduce sulla vetta dove ci attende una splendida vista su 73 cime alpine tra le quali il Säntis in Canton Appenzell, l’Eiger, il Mönch e la Jungfrau nell’Oberland Bernese; su sei laghi e su panorami fantastici a 360° fino all’Alsazia in Francia e alla Foresta Nera in Germania. Il percorso più lungo, circa 35 minuti di cammino, passa dalla Valle dell’Eco e dal Sentiero dei Fiori. Un altro sentiero, chiamato Drachenweg è una galleria scavata nella roccia con tante finestre che e fa tutto il giro della cima.

Un esempio dei meravigliosi panorami dal PIlatus: un tramonto romantico sul Lago dei Quattro Cantoni [Foto Pilatusbahn]
Per scendere non è necessario riprendere il treno. Una moderna funivia, chiamata Dragon Ride (il dragone è il simbolo del Pilatus, legato ad antiche leggende) porta a Fräkmüntegg, prima tappa intermedia dove sono state ricavate una pista di bob estivo e un parco avventura. Una cabinovia porta poi a valle, a Kriens, passando dalla stazione intermedia di Krienseregg (dove c’è un parco divertimenti per bambini). Da Kriens si prende infine l’autobus n°1 per tornare a Lucerna.

Le moderne gondole della funivia Dragon Ride passano sopra la pista da bob estivo [Foto: Giancarlo Scolari – Ferrovie.it]
Essendo un itinerario circolare può essere tranquillamente percorso in entrambe le direzioni.

Scheda tecnica

Lunghezza: 4’618 m

Stazione di partenza: Alpnachstadt (Canton Obvaldo), 438 m.

Stazione di arrivo: Pilatus Kulm (Canton Lucerna), 2’073 m.

Dislivello: 1’635 m.

Pendenza media: 38%

Pendenza massima: 48%

Gallerie: 7

Stazioni intermedie: 1, Ämsigen (Canton Obvaldo), 1’355 m.

Durata del viaggio: 30 minuti (salita); 40 minuti (discesa)

Scartamento: 800 mm.

Raggio minimo di curvatura: 80 m.

Alimentazione: elettrica, 1’550 V CC

Materiale rotabile: 8 Automotrici elettriche BHe 1/2 (Nn. 21-28) prodotte da Schweizerischen Lokomotiv- und Maschinenfabrik Winterthur e Oerlikon.

Potenza motrice: 210 CV pari a 154 kW per automotrice

Portata massima: 340 pax/ora

Capacità: 10 vagoni da 40 passeggeri

Stagionalità: sì, da maggio a novembre

Web

Pilatus Bahn: www.pilatus.ch

Navigazione Lago Lucerna: www.lakelucerne.ch

Turismo Svizzera: www.myswitzerland.com

 

Ringraziamo per le splendide foto l’amico e collega Giancarlo Scolari. Se vi piacciono i treni, il suo magazine www.ferrovie.it è la voce più prestigiosa per tutti gli appassionati.

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