500 anni fa, nel 1517, Martin Lutero iniziò la riforma protestante in Germania. Cinque anni più tardi la controversia tra chiesa cattolica e riformatori raggiunse anche la Svizzera. Se in Germania la disputa iniziò sul problema grave della vendita di indulgenze, nella Confederazione la Riforma iniziò a Zurigo per un arrosto e due salsicce!
Il 9 marzo 1522 era la prima domenica di Quaresima e, nella tipografia della “Casa nei vigneti” nella Grabengasse, un gruppetto di uomini sfidò la Chiesa cattolica e il suo clero decidendo di rompere il tradizionale digiuno quaresimale. Un vero sacrilegio. I nomi si conoscono: il padrone di casa era il tipografo Christoph Froschauer; poi c’erano due sacerdoti: Ulrich Zwingli, rettore della chiesa di Grossmünster di Zurigo, molto noto per il suo talento di oratore e la sua forte personalità e Leo Jud, un alsaziano che nel 1519 aveva preso il posto di Zwingli ad Einsiedeln.
Alla riunione parteciparono anche il sarto Hans Oggenfuss, il tessitore Laurenz Hochrütiner e il calzolaio Klaus Hottinger. Tre teste calde che nel 1523 si faranno “conoscere” per avere distrutto una croce alle porte di Zurigo. C’era anche il panettiere Heinrich Äberli un altro tipetto che, qualche giorno prima durante il Mercoledì delle ceneri, giorno tradizionalmente di penitenza, preghiera e digiuno, sfidò i cattolici mangiando un arrosto; una provocazione inaudita per Zurigo.
Un gesto sacrilego
Gli uomini riuniti nella tipografia vollero ripetere il gesto di Äberli e decisero di mangiare due salsicce affumicate facendo di tutto affinché la notizia della loro ribellione si diffondesse in città il più velocemente possibile. Del gesto scandaloso si sa anche che le salsicce erano rimaste appese un anno al camino e avevano un sapore particolarmente forte.
Zwingli assistette al pasto, senza parteciparvi. Il suo compito era quello di legittimare teologicamente questa provocazione e due settimane più tardi pronunciò un sermone di fuoco dal titolo “Von Erkiesen und Fryheit der Spysen” [Sulla scelta e libertà degli alimenti], nel quale sostenne che nei testi sacri non c’è alcun riferimento all’obbligo del digiuno. Al contrario, diversi passaggi biblici sottolineano l’importanza di poter scegliere liberamente cosa mangiare o bere.
Pertanto, secondo Zwingli, rompere il digiuno non è un peccato poiché si tratta di una scelta privata e non religiosa. Scrisse il riformatore: “Digiuni volentieri? Digiuna. Non vuoi mangiare carne? Non mangiarla. Ma lascia al cristiano la sua libertà. Lo Spirito impone alla tua fede il digiuno? Digiuna, ma concedi al tuo prossimo di far uso della libertà del cristiano”.
Zurigo in subbuglio
Tre settimane più tardi il tipografo Froschauer stampò la predica di Zwingli, che aveva messo in subbuglio Zurigo. Favorevoli e contrari si confrontarono per le strade e per le osterie in maniera tutt’altro che pacifica e si vociferava perfino che dei fanatici volessero rapire Zwingli e consegnarlo al vescovo di Costanza per essere punito.
Il governo zurighese preso in mezzo alla polemica chiese un parere teologico. Gli esperti sostenevano Zwingli ma esigevano la punizione per i trasgressori del digiuno. Il 7 aprile 1522 arrivò in città una delegazione del vescovo di Costanza che pretendeva la punizione. Cominciarono così le trattative e Zwingli fu autorizzato a spiegare le sue ragioni e a giustificare le sue critiche nei confronti della Chiesa.
Dopo due giorni di accese discussioni, i messi vescovili e il governo zurighese condannarono il gesto ma le autorità cittadine sottolinearono che si trattava di una decisione provvisoria invitando la Chiesa a prendere una posizione e conferendo a Zwingli il ruolo di interlocutore alla pari.
La rottura con la tradizione cattolica
Fu un grande successo per il riformatore. Per il suo amico e compare Christoph Froschauer la situazione si rivelò invece un po’ più complicata, poiché, come tipografo, il suo lavoro dipendeva in gran parte dalle commesse comunali. Fu così costretto a scusarsi, giustificandosi che: “Avendo dovuto lavorare giorno e notte per preparare la fiera del libro di Francoforte e non avrebbe certo potuto sopravvivere mangiando solamente poltiglia”.
Tuttavia non ebbe particolari noie né danni materiali perché la Riforma dilagò velocemente a Zurigo tanto che entro un anno abolì quasi tutte le regole di digiuno e seguì l’interpretazione zwingliana della Bibbia rompendo definitivamente con la tradizione cattolica. Dopo poco Froschauer curò anche la prima edizione tedesca completa della Bibbia ed ebbe un ruolo centrale nel divulgare il pensiero riformatore.